“In corpi nuovi” di Rosita D’Agrosa

Ab imo pectore Virgilio, Eneide

IN CORPI NUOVI Rosita D’Agrosa
di Erica Romano

In corpi nuovi è una mostra sulla forza che nasce dalle pieghe che il tempo non spiega e dal cuore che conosce tutte le vie, quelle per perdersi come quelle per ritrovarsi.

Se Virgilio nell’Eneide (VI, v. 55) usa la locuzione ab imo pectore, ossia “dal profondo del cuore (o dell’anima)”, per descrivere in che modo l’eroe troiano Enea si rivolge con profonde preghiere ad Apollo affinché gli conceda una nuova vita nella nuova patria, noi la useremo oggi per indicare l’abisso insondabile della commozione, di ciò che muove l’animo, dalla gioia incontenibile all’insostenibile dolore, invocando un corpo capace di rinnovarsi e di abitare una tale vastità senza rompersi ma dilatandosi ogni volta.

Le opere di Rosita D’Agrosa rappresentano una polifonia di note sul tema del sentire e dell’intelligenza emotiva, un concerto caratterizzato dai toni del rosa che contiene in sé il fuoco passionale del rosso e la purezza catartica del bianco che racchiude in sé ogni possibilità espressiva. L’artista, infatti, è portatrice di un bagaglio esperienziale vibrante e pieno di affascinanti variabili che, attraverso tecniche pittoriche e grafiche, ma anche textile art, lascia emergere un vissuto intimo ed energico, al contempo fragile e frastagliato di contraddizioni.

La sua produzione, inoltre, mette in evidenza come attraverso la composizione di forme, segni grafici, caratteri mobili e formule matematiche si possano inventare degli anagrammi poetici che mettono in gioco una parola iniziatrice di processi, affidata alla libera interpretazione di ognuno. I lavori nascondono pensieri rimuginati a lungo ma anche slanci d’affetto incontrastato, l’intuizione del qui e ora oppure il consumarsi di vuoti e assenze indigeste, in entrambi i casi ognuno è in relazione con qualcosa, o meglio, qualcuno che non vediamo. Se fosse già in noi quella parte tanto cercata che chiede di stare in relazione tra mille tentativi? Nella serie Heart project, infatti, variamente declinata in sottotitoli evocativi che hanno il sapore di dichiarazioni d’amore, il gesto diventa il segno di una tensione della volontà, che cerca perennemente un altro “uno”, per danzare un passo a due ora tradito da calcoli illusori ora corrisposto da un’affinità che trascende ogni confine.

La forma del cuore, sede di tutte le facoltà della persona e che racchiude e origina speranze, desideri, credenze e fallimenti, è così presente in maniera quasi ossessiva, spesso “ridotta ad una macchia rossa, oggetto di relazioni, meditazioni, confronti, dialoghi”, come afferma Rosita facendone il cardine della sua poetica quale arte del superamento dei limiti.

Le gabbie, infine, catturano il pensiero in frasi brevi, come un respiro che trova spazio pur nelle intercapedini di una costrizione, e che si alzano verso un “tu” che diventa un ambiguo specchio interlocutorio per chi legge.

Un invito, un duetto tra dita e pagine ancora da scrivere del “regalo più bello” che ha da venire.

ROSITA D’AGROSA

Polla (SA), 1989

Vive e lavora a Firenze, dove si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze e completa la sua formazione in stampa e grafica d’arte alla Fondazione Il Bisonte. Partecipa ad importanti residenze artistiche in Spagna, a Lleida, Erill la Vall e ad Arenys de Munt.

Nella sua ricerca riprende le pratiche tessili apprese in famiglia utilizzandole come linguaggio cardine all’interno delle sue opere e che, in una continua sperimentazione, contamina con altri media come pittura, grafica, textile art. La sua poetica racconta di una dimensione femminile intima e personale, di un ragionato studio del corpo e di un’analisi del cambiamento a cui l’essere umano è sottoposto.

Alcune opere


SABATO 16 dicembre ore 10.00
Le déjeuner sur l’herbe

L’artista Rosita D’Agrosa, protagonista della mostra IN CORPI NUOVI, ha servito una colazione ad arte per un incontro con il pubblico e conversare piacevolmente della sua arte, in un colloquio piacevolmente condotto da Erica Romano, curatrice della mostra.

I presenti sono stati accolti tra un tè e un pasticcino preparati dalla stessa Rosita, che ha scelto così di raccontarsi ricreando all’interno della mostra un clima confidenziale e domestico di altri tempi, leggero e intimo allo stesso tempo!
L’Open Studio è così diventato una “tea room” calda e avvolgente, adatta ad ascoltare ciò che si nasconde dietro il processo creativo della giovane artista, in cui anche le piccole cose, come le briciole, sono preziose e gustose.